Economia

Cuneo fiscale, Unimpresa al nuovo Governo: “Priorità la sua riduzione”

Italia terza in UE per costi del lavoro e unica in cui i salari diminuiscono. "Il tempo della campagna elettorale è finito".

Il Governo Meloni è ancora da definire ma le richieste al nuovo Esecutivo già fioccano, in primis perché la congiuntura rincari – guerra spaventa e non poco il sistema lavoro Italia. Non ultima a lanciare le sue personalissime priorità (ma più che condivisibili) è Unimpresa. La confederazione mette nel mirino il cuneo fiscale, oggetto da anni, forse da decenni, di richieste di riduzione da parte di ogni associazione di categoria di imprenditori.

Nell’appellarsi al nascente Esecutivo, Unimpresa snocciola i dati. La quota dei costi non salariali sul costo totale del lavoro per l’intera economia nel 2021 era del 24,6% nell’Unione Europea e del 25,1% nell’area Euro; le quote più alte in questa classifica sono quelle di Svezia (32,0%), Francia (31,9%) e proprio Italia (28,3%).

Secondo Unimpresa, la riduzione del cuneo fiscale permetterebbe di fronteggiare, anche se solo parzialmente, gli incrementi legati ai rincari di questi tempi, specialmente quelli energetici. “Si trovi il prima possibile la quadra sulla composizione della nuova squadra di Governo – chiede a gran voce il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi – perché la situazione economica per le imprese è complicata ed il tempo della campagna elettorale è finito e deve messo alle spalle. Le imprese sono in affanno e quelle energivore lo sono ancor di più, chiediamo uno stop ai continui interventi a pioggia che spesso hanno caratterizzato gli ultimi Governi con l’unico risultato di sperperare risorse pubbliche senza mai essere davvero risolutive”.

In attesa di una “vera riforma fiscale”

Tra le idee messe sul piatto da Unimpresa:

  • rendere strutturale la decontribuzione del 30% a chi investe (e crede) nel Mezzogiorno;
  • ripristinare la decontribuzione totale per donne e under 36.

“Inoltre – continua Assi – servirebbe una vera riforma fiscale che incida sostanzialmente sulle buste paga dei lavoratori dipendenti alleviando l’effetto negativo delle bollette, considerato altresì che il nostro è l’unico Paese dell’UE dove tra il 2020 e il 2021 il costo orario dei salari si è ridotto (-1,3%) passando da 21,3 a 21 euro.”

“Gli interventi fin qui fatti – spiega il portavoce di Unimpresa – sono troppo spesso risultati impercettibili dai lavoratori così come gli interventi spot, come l’ultimo previsto per novembre dei 150 euro e che sta generando grande caos per le modalità fin qui diramate oltre a prevedere una platea estremamente ridotta di lavoratori passando da un reddito di 2.692 del precedente bonus 200 euro di luglio ai 1.538 euro richiesti per novembre, non sono certamente la giusta via”.

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