Economia

Obbligo POS dal 30 giugno 2022: e i professionisti?

La brusca accelerata, contenuta nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, sposta la deadline di circa sei mesi rispetto all'atteso 2023. Cosa accade ora?

Con una sterzata improvvisa ma anche per certi aspetti prevedibile il Governo Draghi insegue gli obiettivi PNRR con una serie di manovre per combattere l’evasione fiscale e tra queste, certo, anche l’obbligo POS (o meglio, l’obbligo di accettare pagamenti con carta). Nel pacchetto di 45 misure volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi richiesti dall’UE quando ha staccato il primo corposo assegno per l’Italia, infatti, trovano ampio spazio le misure di controllo e emersione del sommerso.

Bisogna sottolineare che l’obbligo di accettare pagamenti con carta è più o meno definito dal 2014 in Italia. Mancava ancora un preciso sistema sanzionatorio: nella bozza del decreto approvato nelle scorse ore questo sistema sanzionatorio viene ereditato da quello mai applicato (per motivi esclusivamente tecnici) della Legge di bilancio 2020. Viene anticipata così l’entrata in vigore dell’obbligo ad anno in corsa, rispetto alla precedente data stabilita di gennaio 2023. Ovviando quindi al problema chiave dell’obbligo POS già previsto: mancava un sistema sanzionatorio (impropriamente, possiamo semplificare dicendo che mancavano le “multe”) che rendesse di fatto la norma applicabile.

Le multe per mancato obbligo POS

Ad accertare la violazione per il mancato pagamento, come da legge 689/1981, ufficiali e agenti di polizia giudiziaria che potranno comminare la cosiddetta impropriamente definita “doppia multa”.

Chi sarà beccato a non accettare un pagamento con carta pagherà una sanzione fissa di 30 euro a cui si aggiungerà il 4% del mancato pagamento (ad es. se il commerciante rifiuta di farmi pagare 10 euro con carta, pagherà 30,40 euro di multa; se rifiuta di farmi pagare 100 euro pagherà 34 euro e così via).

L’obbligo POS riguarda anche i professionisti?

Sbaglia, però, chi crede che questo obbligo riguardi e sia pertinente solo ai commercianti e agli esercizi commerciali in generale. L’obbligo di accettare pagamenti elettronici riguarda tutti. Anche, e soprattutto, i professionisti.

Questo vuol dire che i liberi professionisti debbano tutti avere un POS? In realtà, non è esattamente così.

L’obbligo, come spiega questo articolo di F-Mag, non è relativo al dispositivo ma nell’accettare pagamenti tracciabili elettronici. Salvo quindi diverse esigenze, il libero professionista abituato a essere pagato esclusivamente con bonifico da parte dei suoi clienti non è tenuto a possedere fisicamente un POS.

“Azzerate le commissioni”

Uno dei motivi per cui il provvedimento (ogni volta che torna in auge l’argomento, va detto) viene criticato è legato al fatto che, di contraltare, le commissioni sulle transizioni sono ritenute alte da parte dei commercianti. Confesercenti ad esempio dice che “se il Portale Nazionale del Sommerso va, finalmente, nella direzione da noi sempre auspicata di una banca data unica che eviti il ripetersi delle ispezioni a carico delle imprese, sul contrasto all’evasione, invece, si moltiplicano gli oneri a carico delle piccole e medie imprese. Servono incentivi, non sanzioni. E strategie differenti da quelle che non hanno funzionato negli anni passati”, attaccando provvedimenti come il cashback di Stato.

Insomma, nulla da reclamare sulla volontà di combattere l’evasione ma una sorta di rabbia per la solerzia unidirezionale, a scapito di quel taglio sui costi delle transazioni (micro e non) che gli esercenti richiedono da tempo. Confcommercio è tra le prime a replicare: “Puntare asimmetricamente sulle sanzioni non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti”, commenta in una dura nota. “La diffusione dei pagamenti elettronici va perseguita mettendo in campo scelte decise di abbattimento delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese — a partire dal potenziamento dello strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente — e prevedendo la gratuità dei cosiddetti micropagamenti”.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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