Welfare

Il 28 luglio la Terra ha esaurito le sue risorse del 2022

Si chiama Earth Overshoot Day ed è il giorno in cui, stando alle elaborazioni del Global Footprint Network, il Pianeta va in deficit: da quel giorno consumerà più di quanto in un anno produce.

“Dal 1 gennaio al 28 luglio, l’umanità ha utilizzato tanto dalla natura quanto il Pianeta può rinnovare durante l’intero anno“. In pratica, a partire dal 29 luglio, il Pianeta è in deficit. Il conto, non dissimile per alcuni versi a quello del Tax Freedom Day, è elaborato ogni anno dal Global Footprint Network e permette di stabilire quando cade l’Earth Overshoot Day. In pratica, è il giorno in cui la Terra ha già consumato quanto riesce a produrre: da questo momento scaviamo tra le riserve. Secondo questo calcolo, ci vorrebbe quasi un’altra Terra (1,75 per l’esattezza) per non andare in negativo.

Il confronto tra gli Earth Overshoot Day dal 1971 ad oggi

Come si calcola la data dell’Earth Overshoot Day?

Per determinare la data dell’Earth Overshoot Day, Global Footprint Network calcola il numero di giorni che la biocapacità della Terra può fornire per l’impronta ecologica dell’umanità.

La metodologia si basa sull’ultima edizione del National Footprint and Biocapacity Accounts, che presenta inevitabilmente un “intervallo temporale” rispetto al tempo presente a causa delle procedure di rendicontazione delle Nazioni Unite. Per colmare questo “divario” e determinare l’Earth Overshoot Day per l’anno in corso, Global Footprint Network stabilisce le linee di tendenza dai dati dell’impronta nazionale e dei conti di biocapacità ed estende tali linee di tendenza all’anno in corso. Ove possibile, vengono incorporati dati più recenti provenienti da fonti attendibili (Global Carbon Project, International Energy Agency (IEA), ecc.) per rafforzare la valutazione per gli anni “gap”. Il rapporto di ricerca scaricabile documenta questi set di dati e la metodologia.

L’Impronta Ecologica è tra gli indicatori più completi ad oggi disponibili per la contabilità delle risorse biologiche. Basata su 15.000 punti dati per paese all’anno, somma tutte le richieste concorrenti delle persone per le aree biologicamente produttive – cibo, legname, fibre, sequestro del carbonio e sistemazione delle infrastrutture. Attualmente, le emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di combustibili fossili costituiscono al 61% dell’Impronta Ecologica dell’umanità.

Verso un futuro diverso

“Il passato – spiega il Global Footprin Network – non determina necessariamente il nostro futuro. Le nostre scelte attuali sì. Attraverso decisioni sagge e lungimiranti, possiamo invertire le tendenze del consumo di risorse naturali migliorando la qualità della vita di tutte le persone”.

“Mentre il nostro Pianeta è limitato – continua – le possibilità umane non lo sono. La trasformazione verso un mondo sostenibile e a emissioni zero avrà successo se applichiamo i maggiori punti di forza dell’umanità: lungimiranza, innovazione e cura reciproca. La buona notizia è che questa trasformazione non è solo tecnologicamente possibile, ma è anche economicamente vantaggiosa e rappresenta la nostra migliore possibilità per un futuro prospero”.

Per questo, il Global Footprint Network ha individuato 5 macroaree di intervento: Pianeta, città, energia, cibo e popolazione. Aree che stanno definendo in modo più forte le tendenze a lungo termine, tutte modellate dalle scelte individuali e collettive dei cittadini del mondo. Per ognuna di queste aree, è possibile con interventi mirati spostare l’Earth Overshoot Day sempre più avanti nel calendario.

Approvata la risoluzione ONU “One Planet One Right”

Intanto, nelle stesse ore in cui cadeva l’Earth Overshoot Day, le Nazioni Unite approvavano (con 161 voti a favore e 8 astenuti – tra cui Russia e Cina) la risoluzione £One Planet One Right” per il “diritto a un ambiente sano, protetto e ricco di biodiversità“.

La risoluzione è stata stimolata due anni fa da una rete con ben 127 associazioni aderenti a BirdLife International attraverso la campagna #OnePlanetOneRight. La proposta degli ambientalisti, fortemente spinta da Patricia Zurita, direttore generale di BirdLife International, era stata trasmessa con una lettera al Segretario delle Nazioni Unite il 22 aprile 2020, in concomitanza con la Giornata mondiale della Terra. La missiva chiedeva “un passo coraggioso e senza precedenti per dichiarare l’ambiente naturale come diritto umano fondamentale e inalienabile”.

“La semplice affermazione del nostro diritto a un ambiente sano – sottolinea l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet – non è sufficiente”.

“La risoluzione dell’Assemblea Generale – continua deciso – è molto chiara: gli Stati devono attuare i loro impegni internazionali e intensificare gli sforzi per realizzarla. Tutti noi subiremo effetti molto peggiori dalle crisi ambientali, se non lavoriamo insieme per scongiurarle ora”.

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