Lavoro

Che cos’è GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori (e perché conviene saperlo)

GOL rappresenta una nuova filosofia per le politiche attive per il lavoro poiché si basa sulla personalizzazione dei servizi offerti alle persone, grazie ad un orientamento di base più mirato e "cucito" sulle esigenze e sulle capacità del soggetto.

Parte a macchia di leopardo in tutta Italia il programma GOL – acronimo di Garanzia Occupabilità Lavoratori – il nuovo strumento, finanziato con il Piano di Ripresa e Resilienza, che promette di cambiare l’approccio ai percorsi di attivazione lavorativi.

Proprio per questo motivi occorre tenere presente che GOL rappresenta una nuova filosofia per le politiche attive per il lavoro poiché si basa sulla personalizzazione dei servizi offerti alle persone, grazie ad un orientamento di base più mirato e “cucito” sulle esigenze e sulle capacità del soggetto.

Come funziona il Programma GOL

Il programma GOL è un’azione di riforma prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Missione 5, Componente 1) per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro e dispone di risorse complessive pari a 4,4 miliardi di euro. Secondo le previsioni, entro il 2025 coinvolgerà 3 milioni di beneficiari, di cui 800.000 in attività formative, 300.000 delle quali relative alle competenze digitali.

Gol è attuato dalle Regioni e Province autonome sulla base dei Piani regionali (Par) approvati da Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive per il Lavoro; il funzionamento e l’attivazione del programma GOL è connesso al Piano di potenziamento dei centri per l’impiego e al Piano nazionale nuove competenze.

A livello nazionale, il programma GOL ha come finalità quella di ridisegnare i servizi per il lavoro per migliorare l’inserimento lavorativo delle persone. Pertanto, si pone come finalità quella di

  • rendere centrali i livelli essenziali delle prestazioni, superando la disparità (territoriale, amministrativa) fra le Regioni e adeguando ad un miglior livello le prestazioni e i servizi garantiti nei territori;
  • integrare i percorsi di politiche attive nazionali con quelli regionali, per evitare l’esistenza di canali separati o sovrapposti di intervento;
  • integrare le politiche della formazione con quelle del lavoro per superare il divario fra offerta di lavoro e competenze disponibili;
  • personalizzare gli interventi di attivazione delle politiche per il lavoro con quelle della formazione sulla base dei fabbisogni e delle necessità individuate, intervenendo sulle competenze;
  • favorire i servizi di conciliazione per promuovere l’offerta di lavoro femminile e per i lavoratori meno qualificati o in situazioni di difficoltà;
  • realizzare una programmazione integrata tra i servizi sociali e quelli sanitari, nel caso di persone con disabilità o altre fragilità
  • cooperare tra sistema pubblico e privato: va resa strutturale la cooperazione tra i servizi pubblici e agenzie per il lavoro, soggetti accreditati per la formazione, altri soggetti riconosciuti dalle Regioni, incluso il privato sociale. Coinvolgimento del privato anche per le persone con meno opportunità occupazionali;
  • personalizzare degli interventi, differenziandoli a seconda dell’età, del livello di competenze, della complessità del bisogno, delle esigenze di conciliazione, del contesto del mercato del lavoro di riferimento, dei fabbisogni espressi dalle imprese, delle concrete opportunità occupazionali.

Chi sono i beneficiari di GOL

Il programma GOL si rivolge, principalmente, a tutti coloro che sono in una situazione di difficoltà o di esclusione dal mercato del lavoro. In linea generale, rientrano quindi nel programma GOL

  • Beneficiari di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (es. CIG, CIGS);
  • Beneficiari di ammortizzatori sociali in assenza di rapporto di lavoro: disoccupati percettori di NASPI o DIS-COLL
  • Beneficiari di sostegno al reddito di natura assistenziale: percettori del Reddito di cittadinanza
  • Lavoratori fragili o vulnerabili: giovani NEET (meno di 30 anni), donne in condizioni di svantaggio, persone con disabilità, lavoratori maturi (55 anni e oltre)
  • Lavoratori con redditi molto bassi (i cosiddetti working poor): il cui reddito da lavoro dipendente o autonomo sia inferiore alla soglia dell’incapienza secondo la disciplina fiscale;
  • Disoccupati senza sostegno al reddito: disoccupati da almeno sei mesi, altri lavoratori con minori opportunità occupazionali (giovani e donne, anche non in condizioni fragilità), lavoratori autonomi che cessano l’attività o con redditi molto bassi

Attenzione, però: ogni Regione ha potuto definire il suo target di riferimento, in base alle metriche elaborate. Per esempio, nella Regione Campania, i neet sono esclusi dal programma GOL poiché, fino ai 30 anni di età, verrà applicato per loro il programma Garanzia Giovani. Si consiglia, pertanto, di visionare il Piano di attuazione regionale del territorio di riferimento.

Cosa può fare per te GOL

Quindi, come potrà cambiare l’approccio al mondo del lavoro il programma GOL? Per comprenderlo, è necessario conoscere le linee di intervento, ossia le modalità e gli approcci previsti dal programma:

  • Reinserimento lavorativo: per coloro più vicini al mercato del lavoro, servizi di orientamento e intermediazione per l’accompagnamento al lavoro
  • Aggiornamento (upskilling): per lavoratori più lontani dal mercato, ma comunque con competenze spendibili, interventi formativi richiesti prevalentemente di breve durata e dal contenuto professionalizzante;
  • Riqualificazione (reskilling): per lavoratori lontani dal mercato e competenze non adeguate ai fabbisogni richiesti, formazione professionalizzante più approfondita, generalmente caratterizzata da un innalzamento del livelli di qualificazione/EQF rispetto al livello di istruzione;
  • Lavoro e inclusione: nei casi di bisogni complessi, cioè in presenza di ostacoli e barriere che vanno oltre la dimensione lavorativa, oltre ai servizi precedenti si prevede l’attivazione della rete dei servizi territoriali (a seconda dei casi, educativi, sociali, socio-sanitari, di conciliazione) come già avviene per il Reddito di cittadinanza (e prima per il REI);
  • Ricollocazione collettiva: valutazione delle opportunità occupazionali sulla base della specifica situazione aziendale di crisi, della professionalità dei lavoratori coinvolti e del contesto territoriale di riferimento per individuare soluzioni idonee all’insieme dei lavoratori stessi.

Per partecipare occorre rivolgersi ai servizi per il lavoro regionali, ossia ai Centri per l’Impiego.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. Condirettore di FMag.it

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