Lavoro

Ronghi: “Il pluralismo sindacale è sinonimo di democrazia”

Il segretario generale (CNAL): ""Oggi il sindacato storico è palesemente in crisi. Da oltre un decennio ha totalmente abbandonato la difesa delle retribuzione dall’erosione delle tasse e dell’aumento del costo della vita".

L‘articolo 39 della Costituzione Italiana sancisce che:

“L’organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica”.

Costituzione Italiana, art. 39

Sebbene il proliferare di associazioni sindacali di categoria faccia storcere il naso a quanti ritengono che non sempre questi siano specchio di una reale rappresentatività, altri come Salvatore Ronghi (in foto), segretario generale della Confederazione nazionale Lavoratori (CNAL), accendono la discussione sul tema della rappresentanza democratica. Ed è proprio contro il reale rischio di un accorpamento verso la centralizzazione a favore di alcune sigle sindacali maggiormente rappresentative che verte il nostro incontro.

Cosa prevede l’articolo 39 della Costituzione sulla libertà sindacale e cosa sta accadendo attualmente? “L’organizzazione sindacale è libera, è ciò che sancisce l’articolo 39 della nostra Costituzione. Va però detto che, considerato la proliferazione dei sindacati, che tale norma va regolamentata attraverso una Legge sulla rappresentatività. Il problema è scegliere tra un sistema di rappresentanza democratica o quella voluta da chi ha una rappresentanza storica come le Confederazioni riconosciute maggiormente rappresentative e chi è presente nelle categorie respingendo il ‘dogma Confederale’

Quali scenari futuri si prefigurano se le Confederazioni maggiori in effetti ‘inglobassero’ gli altri?
“Intanto è aperto il confronto tra chi insiste sulla sola rappresentatività nazionale e chi, come noi del CNAL e non siamo soli, propone la rappresentatività categoriale e di secondo livello, cioè territoriale. Siamo convinti che il riconoscimento della rappresentatività territoriale e categoriale risponde alla reale rappresentatività che non è di facciata”.

Perché è importante difendere la libertà sindacale e le associazioni sindacali minori?
“Landini insiste nel proporre un unico sindacato, unificando le tre Confederazioni: noi che siamo ‘veramente’ democratici insistiamo sul pluralismo sindacale. La democrazia si concretizza sempre sul confronto di più soggetti, altrimenti è dittatura”.

Che ruolo ricopre il sindacato oggi e perché è sempre più necessaria la sua presenza?
“Oggi il sindacato storico è palesemente in crisi. Da oltre un decennio ha totalmente abbandonato la difesa delle retribuzione dall’erosione delle tasse e dell’aumento del costo della vita. I momenti di ‘risveglio’ passano ancora sui vecchi metodi del conflitto fine a se stesso. Oggi più che mai, invece, urge un sindacato  moderno che punta decisamente  sulla Partecipazione e sulla cogestione. Che ponga fine alla giungla contrattuale, ponendo in  essere solo contratti di settore e rilanciare la competizione attraverso la contrattazione di secondo livello. Il sindacato  deve comprendere che in un momento geopolitico di enorme cambiamento gli adeguamenti salariali vanno sostenuti non a carico delle imprese, che sono in difficoltà, ma dal Governo con l’abbattimento del cuneo fiscale“.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. Condirettore di FMag.it

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