Economia

Le buste paga sono più “leggere”, la denuncia Unisin

"Ok soglia dei fringe benefit aumentata, ma non basta", afferma il segretario generale del sindacato Emilio Contrasto. Il riferimento è a quanti nel benefit fanno rientrare mutui e prestiti.

Le buste paga dei lavoratori italiani sono “sempre più leggere”. A sostenere quella che ormai più che percezione è un dato assodato e dimostrato a più riprese questa volta è l’Unisin, sigla sindacale in seno a Confsal in cui confluiscono Falcri, Sincea e Sinfub e che rappresenta il sindacato dei lavoratori delle banche.

Il sindacato, attraverso una nota stampa che riporta pedissequamente il punto di vista del segretario generale Emilio Contrasto, mette nel mirino i fringe benefit. Ma come una misura di sostegno al welfare del lavoratore e la diminuzione del potere economico dello stesso sono correlati?

Mutui e prestiti, fringe benefit e tassi BCE

“Vale la pena ricordare – spiega Contrasto a mezzo stampa – che nel novero dei fringe benefit rientrano i beni e servizi […] come alloggio, auto aziendale, contributo aziendale per polizza infortuni”. Tra questi benefit quindi rientrano anche i prestiti e i mutui a tasso agevolato concessi dal datore di lavoro ai propri dipendenti. “Il beneficio che viene quantificato come fringe benefit – continua Contrasto – è pari al 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto vigente al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi. Allo stato, il tasso di riferimento Bce è pari a 1,25%, notevolmente maggiore rispetto ai mesi precedenti

In cosa si traduce quello che è un ormai accertato aumento dei mutui e prestiti per i lavoratori che questo benefit lo hanno fringe e aziendale? Ci viene in soccorso sempre Contrasto: “La normativa fiscale prevede un meccanismo di calcolo che fa riferimento al confronto tra tasso BCE vigente alla fine dell’anno e quello pagato mensilmente, in questo caso il meccanismo diventa retroattivo e quindi è esteso anche ai mesi precedenti all’innalzamento del tasso BCE. Questo ha comportato per molti lavoratori, che hanno superato la soglia dei 600 euro e hanno in essere mutui o prestiti agevolati, una busta paga decisamente più leggera, situazione che rischia di ripetersi anche nei prossimi mesi”.

Le richieste al Governo entrante

Insomma, secondo Unisin bene l’innalzamento tramite dl Aiuti bis della soglia dei fringe benefit (da circa 260 a 600 euro) e l’esclusione dei buoni benzina (per un massimo di 200 euro) dal calcolo finale. Ma è meno di quello di cui ci sarebbe realmente bisogno. “L’esiguità dell’importo, alla luce del forte incremento dei tassi, rischia di diventare un vero e proprio boomerang per tante lavoratrici e lavoratori qualora superassero la soglia fissata dal decreto”, commenta Contrasto.

“L’attuale situazione economica di tante famiglie di lavoratrici e lavoratori, già fortemente gravata dall’innalzamento stratosferico delle bollette di luce e gas e dall’aumento di tutti i beni alimentari e di prima necessità, non consente un’’ulteriore penalizzazione a seguito del superamento della soglia dei fringe benefit”, conclude Contrasto che chiede al Governo entrante “di mettere in atto provvedimenti volti ad innalzare la soglia attualmente prevista dal DL Aiuti bis e rivedere il meccanismo fiscale che porta, per mutui e finanziamenti ai dipendenti, alla penalizzazione sopra riferita”.

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