Lavoro

Gender gap in Italia, le donne guadagnano 7000 euro in meno degli uomini

Reddito medio di un uomo: 25.958 euro. Reddito medio di una donna: 19.218 euro. La differenza è di 6740 euro. È tutta qui la fotografia della disparità di genere tra uomini e donne.

Reddito medio di un uomo: 25.958 euro. Reddito medio di una donna: 19.218 euro. La differenza è di 6740 euro. È tutta qui, nel Paese delle panchine rosse e di dichiarazioni come quella di Elisabetta Franchi, la fotografia della disparità di genere tra uomini e donne.

I dati sono dell’Inps, o meglio dell’Osservatorio dell’Inps sui lavoratori dipendenti e indipendenti (il 95% del totale) e sono relativi al 2021 (anche se elaborati e diffusi proprio in questi giorni). E verrebbe da dire che questa media è comunque un dato positivo se si pensa che il gap tra la consistenza delle buste paga dei maschietti rispetto a quelle dell’altra metà del cielo arriva a 7/8 mila euro per le fasce d’età sopra i 40 anni e addirittura 9mila euro tra i 50 e i 54 anni.

Gli uomini rappresentano – stando alla fotografia dell’Osservatorio – il 56,4% dei lavoratori dipendenti e indipendenti e “presentano un numero medio di settimane lavorate nell’anno pari a 43 e un reddito medio annuo da lavoro di 25.958 euro”. Le donne invece sono il 43,6% dei lavoratori, con una media di 41,1 settimane lavorate e un reddito medio annuo di 19.218 euro. 

Che la strada sia ancora tutta in salita per una parità uomo – donna sul lavoro in Italia lo dice anche l’Osservatorio permanente sull’Empowerment femminile di The European House Ambrosetti, che vede l’Italia al tredicesimo posto tra i paesi del G20 per quanto riguarda la partecipazione lavorativa femminile. L’Osservatorio dice che l’Italia con il 54,7 percento di partecipazione alla forza lavoro femminile (una stima ben più alta di quella INPS) è comunque sotto la media G20 del 59,3 percento. Migliorano leggermente però le condizioni delle donne sui luoghi di lavoro, con l’Italia che si piazza quinta. Meglio di lei nel G20 Francia, Australia, Spagna e Canada.

Si tratta comunque di una visione ottimista: sempre nelle stesse ore un’altra indagine, stavolta condotta da ACLI, pesa come un macigno. Non solo le Associazioni Cristiane dei Lavoratori ci ricordano che per il ceto medio va sempre peggio, ma anche che le donne hanno contratti peggiori e a parità di ruolo stipendi peggiori. E che il 35% delle donne lavoratrici in Italia guadagna meno di 15mila euro.

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