Economia

Cosa dice il Rapporto Italia Eurispes 34?

Famiglie italiane in affanno, troppi NEET (siamo primi in Europa), fiducia nella scuola e nelle Forze dell'Ordine ma nessuna credibilità per la classe politica: il 34° Rapporto Italia dell'ente restituisce un Paese più povero, a tratti disperato, preoccupato e in parte affascinato dalle teorie del complotto.

Il 34° Rapporto Italia di Eurispes è stato rilasciato da pochissime ore e la fucina di dati che l’Ente (privato) ha messo a disposizione degli analisti (e della stampa) sono stati fucina per i più disparati titoli online. La raccolta di spunti in effetti è importante, ma alcuni dati più di altri restituiscono e dipingono il ritratto dell’Italia 2022 d.C., terzo post avvento del Covid. Proviamo a riassumerli.

L’Eurispes dice che le famiglie sono più povere

Il macroargomento economico e sociale è sicuramente la fotografia che l’Eurispes offre dell’economia delle famiglie italiane. Se “la situazione economica generale del Paese è peggiorata negli ultimi dodici mesi (59,1%) e continuerà a peggiorare nel prossimo anno (47%)”, restringendo il campo alle economie domestiche quasi 1 famiglia su 2 deve mettere mano ai risparmi per arrivare a fine mese.

In questo quadro negativo si moltiplicano i nuclei famigliari che si rivolgono all’esterno (banche, istituti di credito ma anche amici e parenti) per farsi prestare i soldi. Si riduce di quasi cinque punti percentuale secondo l’indicatore Eurispes la capacità delle famiglie di mettere soldi da parte. Capitolo caro vita: una famiglia su quattro ha difficoltà a sostenere le spese mediche, oltre il 34 percento a pagare le bollette (con un balzo di +7 punti percentuale rispetto alla stessa rilevazione del 2021) e si avvicina tristemente al 50 percento il numero di famiglie che dichiara di aver difficoltà a far fronte alle rate del mutuo.

NEET, Italia rovinata come nessuno in Europa

In questo quadro scoraggiante, l’Eurispes conferma un primato che ci caratterizza ormai da qualche anno e che ci vede staccare di ben 4 punti i secondi classificati greci: in Italia i giovani che non lavorano, non studiano e non sono in percorsi formativi (i cosiddetti NEET) sono il 25,1 percento. In pratica, un giovane su quattro non fa niente nella sua vita. Si tenga presente che i Paesi migliori di questa classifica, Svezia e Paesi Bassi, questa percentuale la tengono al 7 percento: in pratica 18 punti percentuale di distacco.

Quella che è una vera e propria emergenza sociale, che fa combo con i tassi di disoccupazione giovanile record, specialmente al sud e specialmente per le donne, richiede azioni urgenti onde evitare di finire in un vero e proprio baratro nell’immediato futuro.

Altro dato preoccupante è quello degli hikikomori: l’Eurispes stima che in Italia tra i 100 e 120mila giovani in fascia d’età 13-23 cercano in ogni modo di confinarsi ed evitare la vita sociale.

Poca fiducia nell’uso dei fondi PNRR

Il 63,8% degli italiani non crede che i fondi PNRR verranno utilizzati correttamente, contro poco più di un terzo degli italiani (il 36,2%) che si dichiara invece fiducioso. Il 34° Rapporto Italia Eurispes dice anche che 1 italiano su 4 vorrebbe venissero usati per  la manutenzione e la messa in sicurezza delle opere esistenti, affermando una fragilità percepita delle nostre infrastrutture; un altro italiano su 4 preferirebbe che venissero impiegati per la transizione green; un altro italiano su 4 ancora per colmare il gap che c’è tra Mezzogiorno e resto del Paese. Decisamente inferiori quanti credono che i fondi PNRR vadano impiegati per le grandi opere.

Online sì, ma per vendere oltre che per comprare

Esiste uno zoccolo duro, il 22 percento degli italiani, che continua a non comprare online. Ma la pandemia ha sicuramente contribuito a portare i connazionali su piattaforme di ecommerce e sale la percentuale di persone che vende online oltre ad acquistare: il 18 percento degli italiani infatti ha venduto – in particolare oggetti che non usava – sui marketplace sempre più diffusi. Economia circolare da un lato, sicuramente, ma necessità di far cassa dall’altro.

L’aspetto “buono” del Covid

“Sì, ma ha fatto anche cose buone”. Insomma, a voler trovare (forzatamente) un aspetto positivo alla pandemia che ha sconvolto il Pianeta dal 2020 quello a livello strutturale italiano più importante è stata la dovuta accelerazione verso una rimodulazione dell’offerta sanitaria in termini di assistenza territoriale.

Per non saturare gli ospedali la riorganizzazione della rete di assistenza ha portato a una crescita, ora strutturale, delle cure a domicilio. Con il PNRR si assisterà, secondo l’Eurispes, a una graduale riduzione dell'”istituzionalizzazione delle persone più fragili”, un trend già in ascesa comunque nel 2019, che permette di dare respiro a tutto il settore.

Un italiano su quattro crede alla teoria del complotto

Spesso, nel voler analizzare l’ondata no-vax, qualche analista o opinionista sollevava la legittima opinione – perorata anche dai numeri della campagna vaccinale – che si trattasse di una minoranza. Rumorosa, ma comunque minoranza. Secondo il 34° Rapporto Italia Eurispes però la teoria del complotto è ritenuta verità per almeno un italiano su quattro. Questa percentuale sale al 30 percento se si aggiunge quel circa cinque percento di connazionali che ritengono “oltre ogni ragionevole evidenza” che la pandemia non esista.

Tornando al 25 percento di complottisti, la posizione più comune tra chi non crede alla “casualità” della pandemia è quella del virus fuggito dal laboratorio, ma è nutrita anche la base di italiani che crede nella diffusione avvenuta “di proposito”. La mano dietro questo dilagare della pandemia, stando a chi crede alla teoria del complotto? Governo cinese, poteri forti e aziende farmaceutiche.

Resta anche il dato che la maggioranza degli italiani non riterrebbe la gestione della pandemia del nostro Paese all’altezza: parliamo del 55 percento contro il 45 percento circa. Inoltre, la pandemia ha influito sul benessere mentale degli italiani: secondo i dati Eurispes più della metà dei cittadini si è sentita più instabile, demotivata e ansiosa dall’avvento del Covid e oltre il 40 percento afferma oggi di essere “più depresso”.

Timori: il Covid lascia il posto alla Guerra

Nell’ultimo Rapporto Italia Eurispes il maggior timore degli italiani è legato all’energia. Certo, chiaro riflesso dell’invasione russa che ha portato al conflitto in Ucraina. Al secondo posto nei timori degli italiani infatti c’è lo spauracchio di una guerra su scala mondiale. Il timore per le fibrillazioni geopolitiche e economiche globali scalza di fatto il timore per l’emergenza sanitaria che è relegato ora nelle posizioni più basse.

Gli italiani amano le Forze dell’Ordine

Un plebiscito di consensi, in tema di fiducia, per i corpi di polizia e le Forze dell’Ordine italiane: è quanto emerge dal rapporto Eurispes. La fiducia in Polizia, Finanza e Carabinieri si attesta tra il 60 e il 55 percento, me, sbancano i Vigili del Fuoco come da tradizione (85 percento del compiacimento degli italiani) ma registrano grandi risultati anche Marina Militare, Aeronautica e Guardia Costiera (tutte e tre intorno al 60 percento di gradimento).

In compenso, si conferma un sostanziale disamore degli italiani per le istituzioni. Fatto salvo il Presidente della Repubblica in cui hanno fiducia il 55 percento degli italiani, i partiti politici sono al minimo e meno di un italiano su tre si fida delle istituzioni pubbliche o private. Nonostante questo dato di fatto, una “maggiore autonomia per le Regioni è auspicata dal 67,3% degli italiani”, con un aumento rispetto al 54,7% dello scorso anno, mentre un maggiore potere al Governo rispetto alle Regioni non convince il 51,5% degli intervistati, con il 48,5% che si dichiara favorevole.

Un maltese (foto: Pixabay)

Più cani che gatti

Il cane è il miglior amico degli italiani. Il 37,7% degli italiani dai 18 anni in su dichiara di accogliere un animale nella propria famiglia e nella maggior parte dei casi questo è un cane (quasi il 45 percento). Battuto ancora una volta il gatto, che però è nel cuore del 35 percento degli aventi un cucciolo.

Il fisco diverrà predittivo

L’Eurispes nel suo rapporto afferma che la Guardia di Finanza spenderà circa 32 milioni di euro in Big data e cybersecurity con l’obiettivo di “creare un’infrastruttura per semplificare le operazioni di analisi dei dati, anche attraverso modelli statistici“.

E poi c’è l’Intelligenza Artificiale che può aiutare – secondo quanto riportato da Eurispes – a individuare tecniche innovative di network analysis, machine learning e data visualization per l’individuazione dei soggetti ad alto rischio di evasione.

Sul tema vi suggeriamo questo approfondimento.

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Un corridoio della Galleria degli Uffizi (foto di Federica Colucci)

In Campania, Liguria ed Emilia-Romagna il 70 percento di costa è degli stabilimenti balneari

In vista del “ritorno dei lidi allo Stato”, dopo la querelle delle concessioni su cui il Consiglio di Stato con la 18/2021 ha messo una pietra storica, l’Eurispes tira il conto nel suo Rapporto Italia di quanta costa è in mano agli stabilimenti balneari. Metà della costa sabbiosa italiana, dice l’Ente, è in mano ai privati. Una percentuale enorme, soprattutto se paragonata a quella estera. Una percentuale che diventa ancora più significativa se si pensa che “i tratti di litorale soggetti ad erosione sono in costante aumento” e che una parte significativa della costa non è fruibile in quanto inquinata o comunque versa in stato di abbandono.

Se la media nazionale recita 50 percento, in tre regioni questa sale addirittura al 70: parliamo di Campania, Liguria ed Emilia-Romagna. 

I Musei diventano social

Un altro aspetto positivo legato alla riorganizzazione del mondo (e dell’Italia) causa Covid è legato ai musei Che l’Italia sia Paese di cultura e ricchezza in tal senso non vi era bisogno di conferma dell’Eurispes (che dice che siamo al quinto posto tra i Paesi europei per numero di visitatori e vanta 58 siti Unesco). Più importante invece leggere che “sebbene l’impatto della pandemia sia stato nefasto in termini di flussi di visitatori e ricavi”, il Covid ha “rappresentato un momento di svolta per il sistema museale italiano e internazionale. La percentuale di musei con un account Facebook è passata dal 51% del 2017 al 76% del 2020, mentre per Instagram si è passati dal 15% del 2017 al 45% del 2020”.

“Questo dato – secondo Eurispes – evidenzia la necessità dei musei di trovare un nuovo punto di contatto con i visitatori che non si limitasse al solo sito web”.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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